L’operazione, diretta dai Sostituti Procuratori Claudia Bevilacqua e Calogero Ferrara e svolta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo, con il supporto del II Reparto del Comando Generale del Corpo, si inserisce in un più ampio contesto investigativo internazionale che ha tratto le mosse dalle indagini svolte dal FIOD olandese – unità specializzata nel contrasto delle frodi finanziarie ed economiche - nei confronti di un’organizzazione transnazionale operativa in Italia e Olanda e con interessi ramificati in diversi Stati, tra cui le Isole Vergini Britanniche, Bahamas, Svizzera e Principato di Monaco, facente capo a due imprenditori originari dei Paesi Bassi, i quali si sono prestati, utilizzando alcune società riconducibili al proprio gruppo societario, ad emettere fatture per operazioni inesistenti di importi rilevantissimi, triangolate con società con sede in paradisi fiscali, al fine di permettere la fuoriuscita di capitali dai Paesi ove erano ubicate le società destinatarie delle fatture stesse.
Proprio per i suoi risvolti transnazionali, l’inchiesta è coordinata a livello europeo dall’unità di cooperazione giudiziaria EUROJUST (European Union’s Judicial Cooperation Unit), organo dell’Unione Europea con sede all’Aia, composto da 27 Membri Nazionali (magistrati del pubblico ministero, giudici o funzionari di polizia appartenenti agli Stati membri dell’Unione) istituito, allo scopo di rafforzare la lotta contro le forme più gravi di criminalità transnazionale, con decisione del Consiglio Europeo 2002/187/GAI del 28 febbraio 2002, recepita ed attuata nell’ordinamento italiano con legge n. 41 del 14 marzo 2005.
Fra i destinatari della fatture false emesse dall’organizzazione con base in Olanda, sono emerse due aziende palermitane che, grazie all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per circa 12 milioni di euro ed alla contabilizzazione delle fittizie movimentazioni di denaro in queste documentate, hanno potuto costituirsi all’estero riserve finanziarie occulte nel complesso ammontanti a circa 14 milioni di euro, trasferite su un conto corrente acceso presso un istituto bancario del Principato di Monaco formalmente intestato ad una società off-shore con sede nelle Bahamas, ma risultato, di fatto, nella disponibilità dei titolari delle imprese palermitane.
Tre sono i sistemi con cui, nel dettaglio, questo meccanismo è stato concretamente realizzato.
Con il primo, in occasione della cessione di navi per il trasporto di idrocarburi da parte di una delle imprese palermitane, è stata fatta figurare una falsa intermediazione da parte di una società olandese che, per questo, ha emesso fatture per operazioni inesistenti nei confronti della prima per circa 3.400.000 euro, effettivamente incassati ma poi trasferiti, in virtù di un simulato accordo di agenzia, sul conto corrente di una società bahamense, risultata essere di fatto nella disponibilità delle imprese siciliane.
Con il secondo sistema, la stessa società olandese ha emesso fatture per operazioni inesistenti per circa 10.000.000 di euro nei confronti delle società palermitane in relazione ad una simulata joint-venture, che prevedeva la condivisione al 50% degli utili e delle perdite relativi alla gestione commerciale di tre navi date in noleggio dalle stesse società siciliane; anche in questo caso, in virtù di un simulato accordo di agenzia, la società olandese, una volta ricevuta la somma di denaro, l’ha poi trasferita sul conto intestato alla stessa società off-shore dianzi citata, acceso presso la medesima banca monegasca.
Nel terzo sistema infine, alcune società olandesi si sono fittiziamente inserite, sempre mediante fatture per operazioni inesistenti, nei lavori connessi ad un appalto per la costruzione di 12 navi presso i cantieri di una società coreana interamente eseguiti dalle imprese palermitane, incassando 1.300.000 euro a titolo di benefits da terze imprese fornitrici di servizi, che invece dovevano essere corrisposti alle società italiane; pure in tal caso, le somme incassate sono state poi girate sul conto corrente della società delle Bahamas di fatto riconducibile alle imprese nazionali.
Le risultanze investigative sono state supportate, tra l’altro, dagli accertamenti effettuati nell’ambito di una rogatoria internazionale effettuata in Svizzera da parte dei magistrati della Procura della Repubblica di Palermo, con il supporto dei finanzieri, presso un professionista elvetico che ha curato gli interessi delle imprese siciliane nella costituzione della società caraibica con sede nelle Bahamas.
I reati contestati ai responsabili delle società olandesi e palermitane vanno dalla appropriazione indebita, al riciclaggio e all’intestazione fittizia di beni, nonché all’emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, aggravati dalla transnazionalità delle condotte, in quanto commesse in più Stati, ai sensi della Legge 146 del 2006 che ratifica la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità transnazionale sottoscritta nella Conferenza di Palermo del 15 dicembre 2000.
La valenza del consistente quadro probatorio portato a conoscenza dell’Autorità Giudiziaria, ha permesso ai magistrati titolari del fascicolo processuale di disporre d’urgenza la misura cautelare del sequestro preventivo, prodromico alla confisca per equivalente, per un valore di oltre 8.000.000 di euro, eseguito dalla Guardia di Finanza su titoli di credito liquidabili di pari valore sottoscritti dai titolari delle imprese palermitane, i quali, preso atto degli elementi probatori acquisiti, li hanno messi a disposizione della stessa Autorità Giudiziaria.
Il G.I.P. del Tribunale di Palermo ha poi convalidato il sequestro d’urgenza disposto dalla Procura della Repubblica.
L’operazione rappresenta uno dei più importanti casi concreti di effettivo coordinamento “sul campo” da parte di EUROJUST e uno dei più significativi, finora, per numero di Stati interessati e per rilevanza della frode scoperta.