Stamattina, ai Cantieri Culturali alla Zisa, si è svolta un’assemblea dei lavoratori ex Lsu del Comune di Palermo, contrattualizzati tra il 2008 e il 2009, il cui rapporto di lavoro quinquennale scadrà entro la prossima primavera.
All’assemblea ha partecipato anche il deputato regionale del Partito dei Siciliani-Mpa Vincenzo Figuccia, che ha dichiarato: “Il decreto del ministro D’Alia, con il quale il Governo nazionale vuole stabilizzare i precari della pubblica amministrazione, può essere applicato probabilmente nel Sud Tirolo, in Veneto o Lombardia, non certo in Sicilia. Per la nostra regione è necessaria una norma ad hoc, una deroga o, meglio, un intervento dell’Assemblea regionale siciliana. Si rischia, infatti, il mancato rinnovo dei contratti di oltre 12 mila precari su un totale di circa 22 mila lavoratori. Il decreto D’Alia è una vera e propria ghigliottina, considerato che prevede una riserva del 50 per cento dei posti nei concorsi, il che significa che per stabilizzare i 2500 precari del Comune di Palermo è necessario assumere 5000 persone. Chiedo al ministro se ci sono i soldi per assumere tutto questo personale e come può il Comune di Palermo utilizzare questi lavoratori.
E’ palese che da ormai 25 anni i precari della Regione, e da 16 quelli del Comune, sono diventati la colonna portante delle due amministrazioni: dagli amministrativi ai vigili urbani, dagli insegnanti di asilo nido a assistenti sociali.
Il decreto “salva precari” del ministro D’Alia ribadisce l’impossibilità della conversione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato e addirittura le sanzioni per i dirigenti che non vigileranno. Inoltre, dà la possibilità alle amministrazioni di stipulare contratti part-time, come ha già fatto lo stesso Comune di Palermo. Mi chiedo, quindi, se questo decreto è stato fatto per assumere nuovo personale o stabilizzare gli attuali precari.
Qualcuno sostiene che è necessario rinviare alla trattativa Stato-Regione, ma io di Crocetta non mi fido perché prima sosteneva che i precari dei Comuni sarebbero stati presi in carico dalla Regione, per poi cambiare immediatamente idea affermando che era necessaria una legge dello Stato. A questo punto, deve essere applicata la direttiva dell’Unione Europea del 1999, che prevede la conversione dei contratti a tempo determinato a tempo indeterminato dopo che sono passati 36 mesi e la stessa deroga deve essere applicata anche ai part time”.
Chiediamo infine che si utilizzi il sistema previsto per il servizio sanitario nazionale per le aree metropolitane come Palermo, dove la perdita di 3000 posti di lavoro può avere conseguenze devastanti. Per il settore sanità si procede con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri da adottare entro 3 mesi dall’entrata in vigore del decreto”.